Magazine Calcio

L'immobilità della Fifa sulla pratica delle proprietà di terze parti(TPO)

Creato il 25 settembre 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
L'immobilità della Fifa sulla pratica delle proprietà di terze parti(TPO)
L'inattività della Fifa consente che la minaccia delle proprietà di terze parti prosegua incontrollata.
La tendenza crescente per i fondi di investimento di acquisire partecipazioni nei cartellini dei giocatori sta causando gravi danni al mondo del calcio, ma l'organo di governo non ha fatto praticamente nulla per affrontare il problema.
Con la tipica spensieratezza, Sepp Blatter non ha esitato a lasciare un'altra promessa insoddisfatta al mucchio traballante che ha accumulato durante i suoi anni densi di scandali come presidente della Fifa. Di fronte alla preoccupazione sulle proprietà di terze parti di giocatori, sulla scia della vicenda di Carlos Tevez e Javier Mascherano in Inghilterra, egli giurò di vietarle e di bandirle a titolo definitivo, e la situazione attuale mette in evidenza il valore effimero della sue parole.
Blatter torna ora ha promettere nuove regole entro la fine dell'anno, annunciando un giro di vite sulla pratica, e per regolamentare i ''diritti economici'' nei rapporti tra giocatori e le squadre nei diversi interessi commerciali.
Era il 2007, sette anni dopo, la pratica è diventata quello che è stato descritto dal presidente dello Sporting Lisbona, Bruno de Carvalho, come un "mostro" che, secondo un recente studio della Fifa riportato dal Guardian, blocca i club in un "ciclo vizioso di debito e dipendenza".
L'inerzia dell'organo di controllo del calcio ha favorito il diffondersi della pratica, nonostante studi accademici ed economici approfonditi che mostrano che può avere un impatto negativo non solo sui giocatori, ma sui club e sul calcio nel complesso.
La sfida per cercare di sdradicare le proprietà di terze parti in Sud America, dove è particolarmente diffusa, ha portato a risultati scoraggianti per la Fifa. La pratica è così profondamente radicata in Brasile e Argentina, dove prese piede nei primi anni '90, ed è difficile riuscire ad intravedere dove si sia intervenuto per contrastarle. Decine di fondi hanno investito in centinaia di giocatori, con Ronaldo e Neymar, tra i vari, finiti tra le attività.
Un'indagine di Bloomberg lo scorso anno ha rivelato che un gruppo di investimento brasiliano, Traffic Sports, ha realizzato un profitto del 62% sui 21 giocatori che hanno acquistato e venduto, con i 50 milioni di dollari raccolti da uno dei suoi fondi.
La portata della sfida per bloccare le attività degli investimenti di terzi in Brasile, Argentina e Portogallo ha causato la paralisi a Zurigo, nonostante il segretario generale Jerome Valcke abbia bollato la pratica come"schiavitù moderna".
Una portavoce della Fifa ha riferito al Guardian: "Acquisire una conoscenza approfondita di questa forma di investimento nel mercato del calcio è stato difficile a causa dei dati economici limitati e la variegata rilevanza globale delle proprietà di terze parti. Poiché tale comprensione si sviluppa nel tempo, in particolare attraverso iniziative come i due recenti studi realizzati su richiesta della Fifa, nonché il processo di consultazione in corso, con il contributo di tutte le parti interessate del calcio, la Fifa rimane pienamente impegnata a raggiungere una soluzione che meglio possa proteggere il calcio e che corrisponde alle esigenze in continua evoluzione del settore dopo aver ascoltato le posizioni di tutti i membri della comunità calcistica."
L'amministratore delegato dell'Arsenal, Ivan Gazidis, è stato tra coloro che ha parlato in occasione della prima riunione di un altro gruppo di lavoro istituito dalla Fifa per discutere la questione a Zurigo all'inizio di questo mese, sollecitando un intervento immediato.
Il suo discorso è stato molto simile alla proposta presentata dal direttore generale della Premier League, Richard Scudamore, nel mese di novembre 2012 al comitato Fifa in presenza di Blatter.
Questa volta c'erano anche le evidenze dei club e dei campionati brasiliani e portoghesi. Vi è ampio accordo che lo status quo non è accettabile, un divieto assoluto è la sola opzione sul tavolo, con molti favorevoli ad un obbligo di totale trasparenza o ad un limite al numero di fondi o all'importo che possano investire.
Mentre la discussione va avanti, l'influenza dei fondi di terzi e i rischi intrinseci connessi sono in aumento. Diversi studi suggeriscono che esiste un evidente rischio di collusione tra proprietari dei fondi e gli allenatori e direttori sportivi nei club dove i giocatori, legati al fondo, giocano.
Gli agenti fungono da collegamento tra i due, in qualità di consulenti per i fondi e, a volte, ricevono quote in compensazione della loro attività.
Ora la Uefa si è schierata per agire concretamente per vietare tutti i giocatori che sono di proprietà, in tutto o in parte, di terze parti per i club che militano nella Champions League e Europa League - con nuove regole che saranno introdotte gradualmente forse già dalla prossima stagione.
Otto anni fa l'affare Tevez e Mascherano costò al West Ham £ 27m in ammende e risarcimenti e ha portato alla ribalta un agente allora oscuro chiamato Kia Joorabchian come rappresentante di coloro che in ultima analisi, possedevano i giocatori. In base all'accordo, Tevez è stato portato al West Ham dal club brasiliano Corinthians, al fine di metterlo in vetrina, i suoi investitori hanno effettivamente deciso quando è stato venduto, dove, e per quanto.
Questa operazione ha portato la Premier League a vietare la proprietà di terze parti a titolo definitivo, ma il suo uso come mezzo per i club in Spagna e Portogallo per comprare i giocatori, che altrimenti non potrebbero permettersi, continua a crescere.
Uno studio di KPMG effettuato per la Fifa nel mese di agosto dello scorso anno ha rilevato che il valore stimato di mercato di giocatori sotto la proprietà di terze parti è intorno a € 1,1 miliardi (£ 860m), con la stragrande maggioranza che gioca in Europa orientale, Portogallo e Spagna. In Europa orientale, la pratica è diffusa con fasce intere di giocatori di proprietà di investitori.
Ma è nei club portoghesi - tra cui spiccano Benfica, Porto e Sporting Lisbona - in cui la proprietà di terze parti ha avuto l'effetto più evidente. In Premier League, quattro trasferimenti estivi hanno coinvolto accordi con terzi e portato i club inglesi a trattare con gli investitori.
Il contorto acquisto per 16m £ del Manchester United del difensore argentino Marcos Rojo e dell'internazione della Serbia Lazar Markovic da parte del Liverpool, entrambi coinvolti con proprietà di terzi.
Anche l'affare da 32m£ del Manchester City per Eliaquim Mangala e l'acquisto dello stesso club del centrocampista Bruno Zuculini (immediatamente ceduto in prestito al Valencia) ha coinvolto contratti di terze parti.
Il trasferimento di Mangala dal Porto è un caso interessante. Secondo le regole della Premier League, il City ha dovuto acquistare le quote dei due fondi di investimento - Doyen e Robi Plus - per completare l'affare. L'anno scorso il nazionale francese ha ammesso che non aveva idea che fosse in parte di proprietà dei due fondi fino a quando l'ha scoperto da una troupe che svolgeva un documentario televisivo sul tema.
La proprietà di terze parti è vietata in Inghilterra, Francia e Polonia ed esiste ad un livello basso in altri paesi europei - il che non vuol dire che non possa essere tolta anche lì.
Nel frattempo, un interminabile processo di consultazione della Fifa, iniziato nel 2007 continua, e un ampio rapporto commissionato dal Centre de Droit et d'Economie du Sport e il Centre International d'Etude du Sport, non reso pubblico, esaminato dal Guardian, riferisce nei minimi dettagli l'effetto negativo sul calcio.
Si dipinge un quadro desolante in cui le società sono detenute in un "circolo vizioso di debito e dipendenza", ai giocatori è negata la possibilità di decidere dove vogliono giocare, e lo sviluppo dei giocatori del vivaio è danneggiato.
Il rapporto presenta dettagliati rischi che possono essere determinati dalla diffusione delle proprietà di terzi, derivanti da una "istituzionalizzazione dei conflitti di interesse" nel rapporto tra gli investitori in un giocatore, i proprietari di un club, gli agenti e quello sul lato degli allenatori.
In particolare, rileva la misura in cui un piccolo numero di agenti ha il controllo del mercato dei trasferimenti. Le loro posizioni come consulenti alle aziende che investono nei diritti economici dei giocatori rafforza ciò che il report definisce il processo di "oligopolizzazione" del calciomercato.
Inoltre evidenzia che le associazioni calcistiche nazionali sono preoccupate per l'ulteriore danno per l'immagine del calcio e per la fiducia del pubblico riguardo all'integrità delle competizioni. Il rapido turnover di un gran numero di atleti minaccia anche ulteriormente i legami, già logori, tra supporters e giocatori.
L'indipendenza dei club potrebbe anche essere in pericolo, avverte il rapporto. "La diffusione della proprietà di terze parti nella maggior parte dei casi, può essere strettamente correlata ad una parziale acquisizione del controllo dei club da parte di attori che cercano principalmente profitto a breve termine e che speculano sulla compravendita di diritti economici, indipendentemente dalle preoccupazioni sportive".
Questa tendenza di club utilizzati come vetrine virtuali per speculatori più interessati a massimizzare i profitti attraverso il commercio di giocatori di successo è già un pericolo chiaro e presente.
"Lo sviluppo delle proprietà di terze parti è strettamente associata ad un insediamento crescente nei club di persone motivate dalla possibilità di speculare sull'acquisto e la vendita dei diritti dei giocatore". Un precedente sondaggio CIES di 269 agenti europei ha stimato che il 15% di loro possiede quote di proprietà in giocatori che rappresentano.
E afferma che la proprietà di terze parti aumenta il rischio di favoritismi verso quei giocatori che sono di proprietà di ''veicoli di investimento", soprattutto quando i funzionari del club e anche gli allenatori sono personalmente coinvolti nella divisione di possibili guadagni legati al pagamento di un indennizzo di trasferimento.
Un tale scenario può anche portare ad una pressione sugli allenatori delle squadre nazionali per le selezioni dei giocatori per aumentare il loro valore o, al contrario, per i giocatori, di essere appoggiati per saltare le chiamate internazionali per paura di infortuni che compromettano un affare.
"Nella maggior parte dei casi, il giocatore non è nemmeno a conoscenza di questi accordi finanziari", conclude il rapporto. "In effetti, da un punto di vista etico, diverse parti interessate al calcio di diversa provenienza hanno sottolineato il fatto che molti giocatori sono tenuti fuori dalle operazioni riguardanti il ​​trasferimento dei loro diritti."
Per fare un esempio estremo dall'indagine CIES, il club della Super Liga danese, Midtjylland l'anno scorso ha venduto i diritti economici di cinque giocatori ha investitori privati​​. In cambio, gli investitori incassano il 75% del valore di trasferimento dei giocatori, se vengono trasferiti prima del 2014. I cinque giocatori non sono stati informati da parte del club, né coinvolti nell'affare.
Nell'ambito di un accordo di proprietà di terze parti standard la percentuale di un giocatore che di solito viene rilevata da un fondo di investimento è ovunque tra il 10% e il 50%.
La durata dell'investimento, in cui si programmala vendita del giocatore, in genere varia da uno a meno di quattro anni. I critici sostengono che inevitabilmente si possano fare pressioni sui club coinvolti per aumentare il valore del giocatore in quel periodo o per venderlo. Spesso i contratti includono clausole per incentivare il club di vendere entro un periodo di tempo.
Il rapporto di KPMG indica una clausola chiave nella maggior parte dei contratti di proprietà di terze parti che "autorizza l'investitore a promuovere il trasferimento definitivo del giocatore attraverso i corrispondenti agenti Fifa" - in diretta violazione dei regolamenti Fifa.
Alcuni dei più grandi e più diffusi fondi presentati, come ad esempio il fondo Doyen che si trovava in disaccordo con lo Sporting Lisbona sul trasferimento di Rojo, insistono che non esercitano alcuna influenza sarebbero favorevoli a una maggiore regolamentazione.
Piuttosto che prendere una partecipazione in un giocatore Doyen invece presta al club una percentuale dell'indennità di trasferimento necessario per acquistare il cartellino nel corso di un determinato periodo. Eppure, l'effetto netto è probabilmente lo stesso.
Una delle maggiori preoccupazioni è la trasparenza. I proprietari dei fondi tendono ad essere avvolti nel segreto e non vi è alcun obbligo per le informazioni che devono essere divulgate.
I fondi tendono ad essere registrati in Stati offshore o con regolamentazioni sulle ifnormazioni molto blandi, consentendo ai loro investitori di rimanere segreti e lasciando potenziali conflitti di interesse. Altre operazioni vengono effettuate attraverso le cosiddette letterbox companies(società fittizie) nel Regno Unito o nei Paesi Bassi, che permettono agli investitori di proteggere i loro diritti di proprietà.
Peggio ancora, ci sono preoccupazioni sul legame possibile della diffusione delle proprietà di terze parti con le partite truccate in tutta Europa.
I rischi di sovrapposizione tra i due sono evidenti, e ne aveva fatto menzione nel suo sfogo il presidente dello Sporting Lisbona De Carvalho. "Molte volte ci sono proprietari di fondi legati a società di gioco d'azzardo,le partite truccate è il peggior timore adesso per il calcio".
Gran parte della preoccupazione deriva dalla opacità delle identità dei soggetti coinvolti. La Uefa è stata chiamata per un intervento urgente dal suo comitato esecutivo e ha deciso nel dicembre 2012, che la proprietà di terze parti dovrebbe essere vietato.
Michel Platini il mese scorso ha ribadito la sua opposizione alla proprietà di terze parti. Il presidente Uefa ha detto: "Non è facile, non è giusto. Ma sai che c'è un sacco di denaro in gioco, e penso che dobbiamo combatterla. "Il francese ha sottolineato che è andato in sciopero nel 1970 per la libertà dei giocatori di muoversi tra i club e ancora oggi molti di essi sono di proprietà di società finanziarie.
Infantino ha riferto al Guardian sulle proprietà di terze parti "sollevano questioni etiche e morali" per il calcio. "E minaccia l'integrità della competizione sportiva, danneggia la stabilità contrattuale, mina il rapporto di fiducia che deve esistere tra un giocatore e il club che lo impiega, crea conflitti di interesse, significa che i giocatori hanno meno controllo sullo sviluppo della propria carriera, si mantiene il club in un circolo vizioso di debito e di dipendenza e danneggia l'immagine complessiva del calcio, ". "Inoltre, ci sono pochi dubbi sul fatto che gli investitori terzi possano influenzare le politiche di trasferimento dei club, anche se le norme Fifa vietano espressamente questo. Questi sono in realtà i risultati ricerca della Fifa in questo argomento. Quindi, è giunto il momento di agire, e sela  Fifa non affronta il problema, lo farà la UEFA ".
E' una battaglia che porterà l'organo di governo in conflitto diretto con persone influenti nel calcio e le cerchie sovrapposte di allenatori, proprietari e giocatori che hanno costruito relazioni fitte durante i dieci anni di inazione della Fifa.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :